„Nella vita ho cercato di fare sempre di tutto per vincere. La voglia di vincere fa parte delle mie forze motivanti più importanti. E siccome per vincere mi sforzo sempre parecchio, la seconda cosa che mi passa per la testa appena ci riesco è: vabbè, ho vinto, però tutta questa gloria nasce e muore qui. E la prossima volta sarà più difficile."

Famiglia

Milos Forman nacque nel 1932 nella cittadina di Caslav nella regione della Boemia Centrale, in una famiglia di  insegnanti, il più piccolo di tre fratelli. All’età di otto anni perse il padre, dopo che  fu arrestato dalla Gestapo (polizia segreta tedesca) come membro di un’organizzazione di resistenza durante l’occupazione dei paesi cechi da parte della  Germania nazista. Poco dopo fu arrestata anche la mamma di Milos, dopo una denuncia di un commerciante locale di nome Havranek, a sua volta fermato dalla Gestapo per non aver denunciato dei volantini antinazisti che qualcuno gli aveva messo  dietro le tapparelle. Durante l’udienza presso la polizia segreta alla fine nominò dodici donne di Caslav, tra le quali la signora Forman, che furono imprigionate .

„Non è chiaro cosa abbia fatto la Gestapo al signor Havranek affinché   nominasse quelle dodici donne. Dalle udienze non tornò mai più, probabilmente lo torturarono. Alla fine si impiccò nella sua cella a Kolin,“ racconta Forman. La Gestapo alla fine chiuse il caso come insoluto e rilasciò le donne. „L‘unica che non tornò dalla prigione fu mia madre, nonostante il signor Havranek l’avesse per sbaglio.  Evitavamo  accuratamente  la sua bottega“ ricorda.

Il vero motivo dell’arresto della madre fu chiaro a Forman solo dopo la fine della guerra. Il suo rilascio venne bloccato da un ex-capo muratore dei Sudeti  (il territorio cecoslovacco confinante, annesso alla Germania nel 1938 – nota red.), che una volta lavorò per la famiglia Forman alla costruzione della pensione famigliare Ruth, presso Machovo Jezero. Durante la guerra fece carriera presso la Gestapo e senza un motivo preciso decise di abusare  del suo potere  a scapito dei  Forman. Lo stesso impiegato della Gestapo di Kolin mandò nel campo di concentramento anche il padre di Forman, nonostante la sua condanna fosse stata interamente scontata in carcere, il quale  morì nel maggio del 1944 a Buchenwald.

„I miei genitori erano dei patrioti ed è stato più o meno per questo che sono morti. Qualcosa di quel sentimento tribale l’ho assorbito anch’io. L’ho capito solo dopo quando i mi sono trovato lontano dal mio paese, dalla cultura e la famiglia, quando mi hanno tagliato via dal paesaggio della mia infanzia“ dice Forman.

Fu solo all’inizio degli anni sessanta che Forman venne a sapere che il suo vero padre non fu l’insegnate Rudolf Forman, ma un architetto ebreo con il  quale la madre ebbe rapporti  durante i lavori sulla loro giá citata pensione  ´Ruth´. A Forman il segreto fu svelato da una compagna di prigionia della madre nel campo di concentramento, alla quale la signora Forman lo confidò poco prima della morte, pregandola di cercare Milos dopo la guerra e dirgli la verità. „Non credo che mio padre l’abbia mai scoperto. E se sì, non me l’ha mai fatto capire. Mi ha sempre trattato come se fossi suo figlio, come se avessi il suo stesso sangue. Rudolf Forman era il mio vero padre.“

Nonostante cio´, Forman contattò con una lettera il suo presunto padre biologico, all‘epoca residente in Sud America. Al vecchio signore però non interessava  tornare su questa  vecchia storia. Comunque oggi Forman è ancora in contatto con i  figli di quest´uomoi quali hanno confermato da poco tramite un esame del DNA di essere davvero tutti figli dello stesso padre.

Anni bellici

Una parte della guerra fu vissuta dall’orfano Milos dai fratelli del padre, lo zio Boleslav e la zia Anna, a Nachod. In seguito chi si prese cura del ragazzo fu la famiglia del direttore dell’officina del gas di Caslav, il sig. Hluchy, che si trovava in migliori condizioni economiche e poteva  permettersi di mantenere  l’orfano.

„Mentre  passavo con la valigia in mano da una casa all’altr, presso  di tutti quelli che mi hanno preso nella loro famiglia, mi sono reso conto molto presto di quanto può aiutare nella vita riuscire a conquistasi  la simpatia altrui e non creare problemi a nessuno“ ricorda Forman. Cercava quindi di andare bene a scuola e aiutava in casa o nei negozi dei suoi benefattori. „Ho capito che ribellarsi e far casino è un enorme lusso esistenziale, quindi è cresciuto dentro di me un senso diplomatico, più che altro“ aggiunge. Magari fu proprio questo pellegrinaggio a rappresentare  per lui il primo addestramento per la sua futura professione.

Podebrady

Dopo la guerra, Forman entrò nel pregiato collegio per gli studi classici di Podebrady. „Mi sorprese quanti studenti della scuola per gli orfani di guerra avesse sia la madre che il padre. C’erano un paio di ragazzi che avevano perso  i genitori in guerra come me, ma molti fra   noi avevano  genitori ministri, diplomatici, nobili praghesi, ma anche fra  gli alti ufficiali comunisti“ racconta il regista a proposito del per iodo degli studi superiori. La spiegazione è semplice. La proposta di fondare una scuola per i ragazzi colpiti dalla guerra fu benaccetta da tutti i partiti politici, che  fecero a gara a  chi assegnava più supporto e finanziamenti alla scuola. Così il direttore poté permettersi di scegliere i pedagoghi migliori e fu fondato il più prestigioso istituto superiore di tutto il paese, dove in mezzo agli orfani si cercava di mettere  i propri eredi, sia della vecchia alta società capitalista sia delle nuove élite comuniste.

Il giovane Forman quindi ricevette un’istruzione eccellente, e non soltanto. A scuola incontrò anche degli amici che l’avrebbero accompagnato per tutta la vita: il cineasta Ivan Passer e il futuro drammaturgo e Presidente della Repubblica Ceca Vaclav Havel. Tra i suoi compagni ci furono anche i fratelli Masin, i figli del coraggioso combattente  antifascista Josef Masin e più tardi fondatori di un  gruppo di resistenza armata, che operava negli anni 1951 – 1953 nel territorio della Cecoslovacchia comunista.

Alla fine però venne espulso dal liceo per un‘infrazione disciplinare poiché  un professore accusò Forman di aver ridicolizzato il partito dopo  il colpo di stato comunista, e ultimò gli studi delle scuole superiori  a Praga.

Praga, anni cinquanta

Già da ragazzo Forman era affascinato dal teatro, che incontrò per la prima volta tramite il fratello Pavel, che durante la guerra curava la parte artistica della comunità teatrale nomade ‘Vychodoceska opereta’. „Dietro le quinte dell’Opereta profumava tutto di un affascinante misto di sensuali  odori femminili , di fiori e profumi economici, violette e corpi sudati, tute da ballerina e rose finte, merletto inamidato che fischiava sotto il ferro da stiro, palline contro le tarme, alcool e crostate di ciliegie, scarpe con la punta, magliette sudate e gonnelline che sapevano leggermente di pipì, insomma decisi subito che il mio posto era qui e da nessun altra parte“ così descrisse il suo primo incontro con il mondo dello show business.

L’unica cosa che ammetteva ancora   di non sapere, era che mestiere nel mondo del teatro avrebbe fatto. „Già dall’inizio mi era chiaro che non volevo essere un attore. Notai che, al contrario di cio´ che accadeva sul  palcoscenico, dietro le quinte i membri maschili della comunità venivano trattati come degli stracci. Poi però entrò nello spogliatoio un tipo leggermente invecchiato, dal volto evidentemente infastidito, giacca sbertucciata, testa calva, eppure  tutte quelle donne bellissime pendevano dalle sue labbra. Era ovvio che quel tipo aveva bevuto, ma loro gli sorridevano, ci flirtavano, sculettavano di fronte a lui e insomma lo trattavano da semidio. Beh, questo piacerebbe pure a me, pensavointanto  tra me e me.
 ‚Chi è?‘ chiesi a mio fratello.
‚Questo qui? Il regista.‘  rispose Pavel.
‚E ci sa fare?‘
‚Eh sí, soprattutto con la bottiglia.‘
Mio fratello evidentemente non provava molta stima per il regista, ma io in lui scoprii  l‘esempio per la mia vita.“

Più tardi, a Podebrady, il giovane Forman partecipò agli spettacoli della compagnia    amatoriale del teatro Na Kovarne e negli anni cinquanta fondò anche  a Praga, insieme ai compagni di classe, un gruppo  teatrale dilettantesco  che realizzò con molto successo il pezzo Balada z Hadru (Ballata degli stracci) nel 1950. Tuttavia la facoltà teatrale dell’Academia delle Belle Arti di Praga (DAMU) decise di non accettare  Forman perché non fu in grado di interpretare “la lotta per la pace mondiale“.

Per evitare il servizio militare obbligatorio, provò a iscriversi rapidamente  alla FAMU (la Facoltà di  Cinema della stessa Università) e fu preso  a studiare sceneggiatura. „Guardando indietro mi rendo conto che la FAMU mi ha dato esattamente ciò che dava ai miei professori, ovvero la possibilità di sopravvivere alla furia stalinista degli anni cinquanta, che altrimenti sopprimeva tutti e tutto. In più ci insegnavano dei professori fantastici com’erano per esempio gli scrittori Milan Kundera e Milos V. Kratochvil.“

Esordi artistici

Nel secondo anno della FAMU Forman partecipò al concorso della Televisione Cecoslovacca, nata poco tempo prima, che cercava un conduttore per una trasmissione dedicata al cinema: „Mi era venuto in mente che sarebbe potuto essere un buon  inizio  per poi lavorare come giornalista sportivo, che consideravo come  il miglior lavoro al mondo, perché un commentatore sportivo seguiva le partite di calcio e hockey, era pagato bene e in più poteva viaggiare in Occidente.“

 Gli fu concesso quest´impiego  e quindi si occupò di far conoscere, a quelle pochissime persone che in quel periodo possedevano un televisore, le novità sia del mondo della cinematografia comunista, sia di quella occidentale. Alla fine ebbe  persino l’occasione di provare a realizzare il suo sogno di lavorare come commentatore sportivo infatti durante una partita di hockey nello stadio di Stvanice a Praga, registrò una prova di cinque minuti di una telecronaca sportiva. „Ci misi tutto me stesso, ma dalla redazione sportiva non si fece mai più sentire nessuno.“

Durante gli studi recitò anche dei piccoli ruoli in diversi film cecoslovacchi e partecipò a  varie  sceneggiature. La regia invece  la provò per la prima volta solo durante le riprese del film  storico Dedecek automobil (Nonno automobile) nel 1956. Il regista della pellicola Alfred Radok gli concesse allora di provare a dirigere una scena di massa da solo. Nell’anno successivo partecipò come autore del soggetto, collaboratore alla sceneggiatura e assistente alla regia alla pellicola di Ivo Novak Stenata (Cuccioli), del 1957. Qui incontrò la futura prima moglie, quella che diventerá l’attrice ceca più famosa del decennio successivo, Jana Brejchova. Dopo il termine delle riprese si sposarono velocemente anche perché da sposati riuscirono a trovare più facilmente una casa in affitto.

Poco dopo il regista Radok chiamò Milos Forman per collaborare alla sceneggiatura dello spettacolo multimediale Laterna magika (Lanterna magica), nel 1958, che stava preparando  per l’Esibizione mondiale EXPO ‘58 a Bruxelles. Lo spettacolo ebbe  una risonanza mondiale e Radok dopo il ritorno a Praga si rivolse nuovamente a Forman per cooperare anche alla preparazione di un nuovo spettacolo chiamato Laterna magika II.: Zájezdový program (Lanterna magica II: Il tour) nel 1961. Durante questo lavoro il suo matrimonio con Jana Brejchova arrivò al capolinea.

Anni sessanta

All’inizio degli anni sessanta Forman si procurò una cinepresa della Germania dell’est, con la quale iniziò, insieme a Ivan Passer e il cameraman Miroslav Ondricek, a girare  un documentario sul teatro Semafor, all’epoca famosissimo. Qui nacque il soggetto della pellicola Audition (1963). Forman insieme alla direzione  artistica del teatro Semafor, Jiri Suchy e Jiri Slitr, organizzò un casting fittizio per trovare una cantante e si radunarono folle di ragazze con il sogno di sfondare nel mondo della spettacolo. Lo staff cinematografico riprese l’evento. Il ruolo della giovanissima cantante fu concesso da Forman alla sua futura seconda moglie Vera Kresadlova, che conobbe a un concerto di rock´n´roll a Praga al quale lei partecipò con il suo gruppo musicale. Si sposarono nel 1964.

„Quando ci sposammo, la pancia di Vera era ormai davvero gigante e cresceva sempre di più. Il medico sosteneva che stava per partorire un mostro o dei gemelli. La decisione poteva essere presa soltanto dopo un esame a raggi X, perché all‘epoca non ce n’erano le ecografie, ma Vera si rifiutò di fraselo fare “ ricorda Forman. Nella Cecoslovacchia di allora c’era l’abitudine che il futuro padre, aspettando le  notizie dall’ospedale, bevesse con gli amici alla salute del bambino. „La grande dama del teatro ceco, Stella Zazvorkova organizzò per me una festa. Ero  a tavola, ad  “innaffiare ” il bambino con degli amici, quando arrivò la notizia dagli ostetrici: Vera aveva partorito due gemelli, Petr e Matej,  entrambi  sani“ racconta. „Un’altra usanza tipica  ceca richiede che il novello papá mangi un piatto di lenticchie calde, nelle quali si mette un uovo fresco. Le lenticchie simbolizzano i soldi e il padre deve mangiarle tutte in modo da evitare la povertà alla  famiglia. Stella mise di fronte a me il piatto e tutti iniziarono a schiamazzare e a fare battute. Stella prese un uovo e lo ruppe sul bordo del piatto. Tutta la stanza si ammutolì di colpo: quell’uovo aveva due tuorli.“

Nello stesso anno Forman riuscí  a realizzare anche il proprio debutto cinematografico, basato sulla novella di Jaroslav Papousek L’asso di picche (1963). La pellicola vinse la gara del Festival Internazionale del Film a Locarno e così permise  al regista di bensperare per l´agognato  primo viaggio negli Stati Uniti. La porta fantasmagorica del mondo si aprì però a Forman solamente alla pellicola successiva Gli amori di una bionda (1965), che gli portò la prima nomina all’Oscar per il miglior film straniero.

Grazie alla nomina all’Oscar, diventò un cineasta europeo stimato e fu notato dal famoso produttore italiano Carlo Ponti. Egli invitò Forman in Italia, insieme a Jaroslav Papousek e Ivan Passer, per fagli scrivere una sceneggiatura di una commedia sulla caccia all’ultimo orso degli Alti Tatra della Slovacchia, che voleva  realizzare. L’importante produttore s’immaginava però un risultato ben diverso dal trio di giovani artisti, così il progetto fallì. Ma il terzetto non si fece abbattere dal fiasco e dopo il ritorno in patria iniziò a lavorare su altri temi. Tutti i possibili temi però furono  lasciati indietro dall’esperienza diretta del ballo dei Vigili del Fuoco volontari della cittadina di Vrchlabi a Krkonose, dalla quale alla fine spuntò la commedia amara Al fuoco, pompieri! (1967). Nonostante le diverse e incredibili  peripezie dell’inaugurazione nei cinema, la pellicola fu persino distribuita negli Stati Uniti e portò a Forman un’altra nomina all’Oscar.

New York

Nell‘anno 1967 Forman ricevette il permesso di partire per gli USA, dove si apprestava a realizzare per la società Paramount il suo primo film americano. Aveva una marea di progetti in testa, tra i quali anche l’adattamento del romanzo di Franz Kafka America, sul quale aveva iniziato a lavorare insieme al drammaturgo Vaclav Havel già in Cecoslovacchia. Le istituzioni comuniste però rifiutarono il soggetto.

Durante la sosta a New York fu affascinato dal movimento degli hippie. Dopo aver assistito insieme all’amico Jean-Claud Carrière, sceneggiatore francese, all‘anteprima del musical Hair, decisero insieme di adattarlo per il cinema. Non riuscirono però a ottenere i diritti d’autore e quindi incominciarono a scrivere la sceneggiatura della pellicola Taking Off (1971).

Durante la primavera del 1968 New York e tutti gli Stati Uniti erano turbati dai disordini e delle proteste della società americana contro la guerra in Vietnam e contro il razzismo. Entrambi i cineasti partirono per Parigi con la speranza di trovare un po´ pace per poter scrivere. A Parigi però scoppiarono le proteste studentesche. Poco dopo quindi si spostarono a Praga, dove in quel periodo era al culmine l’impegno della liberazione politica, la cosiddetta Primavera di Praga. Nell’ingorgo di eventi non riuscirono a scrivere una sola riga. Così all’inizio di Agosto ripartirono per Parigi, dove furono raggiunti dalla notizia dell’invasione dei corpi militari del Patto di Varsavia in Cecoslovacchia. Gli amici francesi di Forman fecero ancora in tempo a prendere in macchina sua moglie Vera Kresadlova e i bambini, e a portarli tutti a Parigi. Vera però, dopo un paio di mesi passati nella città sulla Senna, preferì a tornare a Praga al suo lavoro  al teatro Semafor. Al  contrario, il regista ceco partì, all‘epoca con  un visto e un passaporto valido ancora cecoslovacco, alla conquista dell‘America.

Greenwich Village

Insieme a Ivan Passer, che aveva deciso  all´istante di emigrare, affittarono una piccola casa su Leroy Street a Greenwich Village, New York. Ancora oggi Forman ricorda quel periodo con entusiasmo: „Non abbiamo mai rifiutato nessuno che fosse voluto entrare, quindi nella nostra casettina passava una marea di gente . Alcuni amici rimanevano, altri se ne andavano e qualcuno di loro intendeva sicuramente fare giusto un salto da qualche parte e ancora oggi sta cercando la via del ritorno. Il drammaturgo John Guare, l’autore de La casa di foglie blu, sosteneva di essere entrato nel territorio dell’avanguardia Boema, dove importa soprattutto ciò che uno legge e ciò che  beve.“

Forman qui terminò la sceneggiatura della pellicola Taking Off (1971) in collaborazione  con il cineasta statunitense John Klein. Durante le  riprese, incontrò per la prima volta Michael Hausman, il produttore della maggior parte dei suoi film futuri.  „Si vedeva subito che era  una persona fantastica. Al lavoro arrivava in moto, produceva i film dell’underground e riusciva a realizzarli in qualsiasi condizione finanziaria. Era pronto a fare il borseggiatore  nel caso si  trattasse di una produzione cinematografica. Eppure proveniva da una delle famiglie più ricche di New York" ricorda. La pellicola Taking Off non ebbe però un grosso riscontro dal pubblico. „I miei istinti cinematografici erano troppo cechi e non avevo nessun’esperienza con il film americano. Non c’era alcun senso nel fare dei film sulla realtá  della vita che mi circondava, che però non conoscevo bene e non era la mia. Invece era successo esattamente questo ed io feci il mio ultimo film ceco a New York. Da quel momento in poi, però, iniziai a fare   dei film americani.“

Hotel Chelsea

Dopo il fiasco commerciale di Taking Off Forman iniziò di nuovo da capo. Si trasferì all’albergo Chelsea e riuscì a sopravvivere a volte anche con un solo dollaro al giorno, con una lattina di chili con carne e una bottiglia di birra. Il ritorno in Cecoslovacchia però non lo prese nemmeno in considerazione e quando il suo contratto con la Universal terminò, e così anche il suo permesso di soggiorno, rinunciò alla cittadinanza cecoslovacca e diventò un emigrato. „Aspettavo l’offerta che avrebbe cambiato  la mia vita e intanto accettavo tutto ciò che mi garantiva almeno un pasto gratis“ ricorda.

In quel periodo partecipò al documentario sulle Olimpiadi di Monaco di Baviera Ciò che l’occhio non vede (1972).Durante i giochi olimpici diventò testimone del tragico attentato palestinese agli atleti israeliani.

Si concretizzo´  anche uno dei suoi sogni quando realizzò uno spettacolo a Broadway,   come regista della commedia The Little Black Book, scritta dal suo amico Jean-Claude Carrière.

Provò persino a lavorare nell’industria statunitense della pubblicità, facendo la réclame   della Royal Crown Cola, per la quale prese spunto dall´idea  per la sequenza iniziale della pellicola Taking Off. „Mi resi conto che le illogicità stavano altrettanto bene in America come nella burocrazia comunista. Un lungometraggio al quale ho lavorato  per due anni si realizzò per 810.000 dollari, mentre il suo plagio di un paio di minuti costò più di un milione“ ricorda.

In quel periodo fece amicizia  con il suo futuro agente Robert (Robby) Lantz, che rappresentava delle star del calibro di Tennessee Williams, Elizabeth Taylor, Richard Burton e Leonard Bernstein. La prima volta s’incontrarono durante il primo soggiorno di Forman a New York. „Devo ammettere che inizialmente la cosa mi puzzava un po’. Robby era l´agente di  personalitá  che tutta l’America chiamava per nome come Liz, Richard, Lenny, eppure mi trattava come se io fossi la persona più importante del mondo. Solo dopo un po’ capii che non si trattava di una trappola ma che era proprio  questo il  modo con cui Robby parlava con la gente. Per esempio non mi chiese mai di firmare qualcosa per lui. Una volta messi d’accordo, il patto valeva per tutti gli anni successivi.“

Primi Oscar

Forman ebbe la seconda chance di realizzare il primo film americano solo nel 1974, quando il giovane attore Michael Douglas insieme al produttore indipendente Saul Zaentz gli offrirono di adattare cinematograficamente il romanzo di Ken Kesey Qualcuno volò sul nido del cuculo. In seguito Forman scoprì che la proposta di realizzare il soggetto della sua vita gli era giá stata mandata  negli anni sessanta dal padre di Michael, Kirk Douglas, ma la spedizione fu probabilmente fermata e confiscata dalla polizia di stato, quindi non la ricevette mai. La pellicola Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975) diventò un Blockbuster e ricevette gli Oscar in tutte le categorie principali.

Forman diventò di colpo il regista più considerato degli Stati Uniti. Le offerte gli arrivavano a migliaia , ma lui desiderava realizzare uno dei suoi primi sogni americani, ovvero riprendere il musical  Hair (1979). Quindi  comprò una casa affianco a Central Park, in modo da poter preparare il film , ambientato proprio qui, praticamente dalla finestra. Nonostante questa pellicola  non sia  stata così redditizia come Qualcuno volò sul nido del cuculo, non ci furono perdite e fortificò la posizione di Forman come regista rinomato.

Anni ottanta

Il produttore italiano Dino Laurentis si rivolse di nuovo a Forman con un altro progetto, proponendogli  la regia di un adattamento cinematografico del best-seller di E. L. Doctorow  Ragtime (1981). Durante le riprese di questa pellicola Forman rincontrò il suo cameraman di fiducia, Miroslav Ondricek, al quale gli uffici cecoslovacchi finalmente avevano concessero il permesso di lasciare il paese per andarsene all’Ovest e cosí collaborarono anche alla  successiva opera di Forman, Amadeus (1982). Le  riprese per quest´ultimo film permisero a Forman di tornare almeno per un breve periodo nel paese d’origine. Anche se ormai da molto tempo  era   cittadino statunitense, non aveva infatti  mai ottenuto  il permesso d’accesso al territorio cecoslovacco. Questa volta però Forman chiamò il  direttore del Film Cecoslovacco, Jiri Purs, che tirava le fila dell’industria cinematografica ceca. Gli rivelò l’intenzione della produzione statunitense di investire a Praga in valuta straniera forte e il visto fu emesso rapidamente, anche se le riprese furono ovviamente sorvegliate dalla polizia segreta. La pellicola ricevette le nomine all’Oscar in undici categorie e otto delle quali si trasformarono effettivamente  in  statuette dorate.

Dopo Amadeus affrontò un'altra argomento storico, adattando  il famoso romanzo dell’autore del diciottesimo secolo Choderlos de Laclos, Le relazioni pericolose. Per colpa di un fraintendimento tra lui e l’autore della versione teatrale, il drammaturgo Christopher Hampton, i diritti della sua drammatizzazione furono venduti al giovane regista britannico Stephen Frears. Nello stesso momento si presentarono quindi due versioni cinematografiche della stessa materia: Valmont di Forman (1989), basato sul romanzo originale e Cruel Intentions - Prima regola non innamorarsi(1988)secondo l’adattamento teatrale di Hampton. Valmont purtroppo pagò il fatto  di essere stato presentato nei cinema per secondo e dal punto di vista dei ricavi economici  fu un flop. “Normalmente un risultato del genere mi avrebbe costretto  a letto per un paio di mesicon  la depressione. Ma in quel periodo vivevo di tutt’altro. In Cecoslovacchia cadeva proprio in quei giorni il regime comunista e  presidente del nuovo stato libero diventò proprio quel mio vecchio compagno di scuola di Podebrady, Vaclav Havel“ racconta Forman.

Visita del presidente

Forman incontrò Vaclav Havel subito dopo, durante il  primo viaggio di quest´ultimo negli Stati Uniti, nel Febbraio del 1990, quando il novello presidente della Cecoslovacchia democratica pronunciò il suo leggendario discorso al Congresso. Accompagnato dalla guardia del corpo americana, si recò a visitare la città. Vaclav Havel volle vedere il Washington Square, dove s’incontrava la gioventù spensierata e i vagabondi, luogo che però la guardia gli sconsigliava in maniera energica di visitare, avvisandolo di rischiare il coinvolgimento in una sparatoria. Le guardie sapevano che nel posto si vendeva   marijuana e dedussero logicamente che dove ci sono le droghe ci sono anche le armi, e nessun presidente ha a che fare con dei luoghi del genere. „Che sparatoria? Ho appena lasciato Bush e non ha proprio menzionato che foste in guerra con qualcuno. Quando è iniziata?“ chiedeva scherzando Havel a Milos Forman di fronte al capo della guardia, che non capiva. „Beh, non lo so, non ho visto il telegiornale oggi“ rispose Forman. „Magari la Cecoslovacchia potrebbe aiutare in qualche modo l’America...?" ribatté il presidente divertito. Alla fine dichiaro´  che la Cecoslovacchia non si sarebbe mai intromessa nella politica internazionale degli Stati Uniti che lui personalmente l’avrebbe dimostrato, ubbidendo alla guardia e passando soltanto esternamente   intorno al blocco di case presso Washington Square.

„Era  lo stesso ragazzo di prima, a volte persino un po´ infantile. Ma enormemente intelligente e acculturato, che si orientava bene negli   affari pubblici dello Stato. Comunque a parte cio´i era davvero lo stesso ragazzino di prima“ ricorda Forman a proposito dell’amico da poco defunto. „Ci frequentavamo ogni volta che lui era  in America oppure io a Praga. Ma la maggior parte del tempo la passavamo chiacchierando degli amici di Podebrady. Della politica quasi mai. Oppure molto poco...“

Terzo matrimonio

Alla fine degli anni novanta Forman incontrò la sua terza moglie, Martina, una studentessa della FAMU praghese, di molti anni più giovane di lui, che si rivolse a lui chiedendogli un aiuto con la tesi di laurea, in cui  paragonava il cinema  ceco ed americano. „Una lettera molto educata mi ricordò di aver mandato una sceneggiatura in Svizzera a Charlie Chaplin, quando ero ancora un ambizioso giovanotto che non rispettava i modi di fare ufficiali di questo mondo. Credetti davvero che Chaplin si facesse conquistare dall’offerta  di un regista della Cecoslovacchia stalinista senza alcuna referenza , che sino allora non aveva mai realizzato  nessun film. Quindi fissai un incontro con questa Martina della FAMU. Mi aspettavo d’incontrare una ragazza cogitabonda vestita di un maglione sformato e occhiali, ma al suo posto arrivò una bionda elegante. Era  alta e magra ed io mi ricordai subito di averla già vista una volta.  Fu un paio di anni prima e nemmeno parlammo insieme quella volta, ma ricordavo benissimo che mi era piaciuta “ ricorda il regista. Nel 1998 nacquero i gemelli Andrew e James e un anno dopo Milos e Martina si sposarono.

Dagli anni novanta fino ad oggi

Il film successivo di Milos Forman, Larry Flynt – oltre lo scandalo (1996) si e´ conquistato la fama di  opera scandalosa. Il regista ha ricavato una storia appassionante sulla libertà d’espressione, tramite le reali vicende  del magnate del porno Larry Flynt, una persona che per il lavoro che faceva e le opinioni che esprimeva , fu ferita in un attentato e subì un´ infinitá  di processi penali,. Nonostante le prime recensioni positive però la pellicola fu pregiudicata  irreparabilmente  dalla campagna di protesta delle femministe americane, che si sentivano toccate dalla presunta glorificazione del boss pornografico.

Dopo il fallimento del progetto della pellicola Le braci(Embers, 2005),  il cui  protagonista  doveva essere interpretato da Sean Connery, Forman e Carrière si sono lanciati  in un altro progetto: il dramma storico sull’inquisizione spagnola e il pittore Francisco de Goya, chiamato L’ultimo inquisitore (2006).  Questo film è per ora l’ultimo lungometraggio di Forman, perché il progetto della pellicola  Il fantasma di Monaco e´ stato  cancellato nel 2009 per dei problemi  di  produzione.

L´anno  2007 vede  Forman tornare momentaneamente  a Praga, per un lavoro che egli ha realizzato  insieme ai suoi figli primogeniti Petr e Matej,   al  Teatro Nazionale di Praga: l’opera  jazz Una passeggiata ben pagata (2007). La collaborazione con i figli gli e´ piaciuta  talmente tanto da non riuscire a trovare parole per descriverla: „Litigavamo, ma soltanto per i dettagli. E’ normale che qualcuno debba avere sempre l’ultima parola e in questo caso vinceva sempre il rispetto. Ma devo precisare che era un rispetto reciproco. Loro ovviamente temevano un po’ il padre perché lo vedevano ancora con la bacchetta in mano, ma io li rispettavo tantissimo: hanno un’esperienza considerevole  nel teatro e in più un’immaginazione affascinante. E alla fine é stato  un vantaggio essere stati in tre: quando litigavamo, i due battevano sempre il terzo, non finiva mai pari .“

Sul  lavoro dei gemelli primogeniti, che sono ormai diventati degli artisti stimati a livello europeo, si esprime con il dovuto orgoglio: „Ogni volta che posso, vado  a vedere i loro spettacoli. Ho visto tutto. Sono davvero in gamba quei miei ragazzi, sono molto fiero di loro.“

L’opera comune dei Forman,  padre e  figli,  e´ stata in seguito ripresa da Milos nella registrazione cinematografica dello spettacolo Una passeggiata ben pagata (2009). Durante la sua prima presentazione al Festival Internazionale del Film di Karlovy Vary il quasi ottantenne artistaha affermato: „Chiedetemi ciò che volete, fatemi  le foto quando volete, non mi cambia niente. Ma, per favore, non portatemi  fuori, per passeggiare sono ormai un po’ troppo vecchio“ e si é accesso  il sigaro obbligatorio. Dice di non avere altri progetti in mente: „Nessun altro film, sono in ferie.“
E’ ovvio, che „la prossima volta sarà più difficile “. Ma ... chi sa?